College Life Italia, Kokali: In USA per emergere
m.marone@sprintesport.it
15 NOVEMBRE 2019
College Life Italia- La storia di Kokali
College Life Italia – Ecco l’esperienza di Vassil, un ragazzo che, dopo diversi anni passati alla Lazio, ha voluto mettersi in gioco grazie a College Life Italia. Nato a Roma nel 1999, Vassil Kokali ha sangue albanese da parte di padre, italiano da parte di madre e greco da parte di nonno. Un impasto di culture che ha contribuito a incentivare in lui una certa apertura mentale e curiosità, nei confronti del mondo. Dopo aver trascorso sette anni nelle giovanili della Lazio e un anno al Trastevere, Vassil ha deciso di cambiare la sua vita, partendo per l’America tramite College Life Italia. Ora è in Alabama e studia “Management and marketing” al Spring Hill College, si trova al suo secondo anno su quattro. Questa è la sua esperienza.
Ciao Vassil, dopo due anni in America che bilancio fai di questa esperienza? “Sto vivendo un qualcosa che suggerisco veramente a tutti. Io ho un sogno nel cassetto: mi piacerebbe giocare a calcio da professionista. Ma in Europa e in particolare in Italia è difficile arrivarci, soprattutto se parallelamente ci si vuole impegnare anche nello studio. Fare entrambe le cose è molto complesso lì, qui invece è molto più semplice abbinare i vari impegni. Mi trovo qui da due anni e non pensavo di stare così bene, devo essere sincero.” Credi di essere cambiato, umanamente parlando, in questi due anni? “Assolutamente sì, sia umanamente che culturalmente. Sto scoprendo un altro modo di pensare. Ambientarsi non è stato semplice per me nei nei primissimi tempi, soprattutto per il mio inglese, che non era un granché all’inizio. Ma qui, stando insieme anche con compagni di squadra che provengono da tutto il mondo, la lingua cresce in fretta. Poi mi sento molto più adulto rispetto a quando sono partito. Qui devo gestirmi tutto da solo: alimentazione, studio, sport. Staccarsi dalla famiglia, una cosa molto comune in America, ti induce a compiere una vera e propria evoluzione. Me ne rendo conto quando torno a Roma: ora do una mano alla mia famiglia, non sono un peso.”
Parlando di calcio, hai una formazione solida, di matrice professionistica. Che tipo di calcio hai trovato in America? “Il calcio qui è nuovo, ma sta crescendo in modo estremamente veloce. Sotto il profilo tattico il livello è molto inferiore rispetto all’Italia, è chiaro. Io sono un difensore: me ne rendo conto in prima persona. Il calcio del college è diverso: ci sono molti contropiedi, il numero dei tiri in porta è superiore rispetto a quello cui si è abituati in Italia. Un portiere italiano, che nel nostro paese giocava in Eccellenza, mi ha detto che se in Italia spesso riceveva cinque tiri in una partita, qui viaggia a una media di dodici per gara. Questo perché le squadre frequentemente si spezzano, anche per mancanza di tattica. Si tratta di un calcio sicuramente più fisico, poi, del nostro. Personalmente gioco nella squadra del mio college, stiamo facendo molto bene quest’anno e confidiamo di poter dire la nostra per andare alle finali nazionali.” Trovi che sia più semplice per un giovane calciatore emergere in America? “In un certo senso sì. In Europa ci sono le squadre dei club, e dalla Primavera puoi andare in prima squadra. C’è tanta visibilità, tante persone che ruotano intorno all’ambiente, ma è più difficile esordire. Qui non ci sono le squadre di club per crescere, ci sono i college. Se la tua squadra spicca, se vai a fare le finali nazionali, vieni visionato. Devi perciò comunque raggiungere livelli molto alti per avere un’opportunità, ma in compenso è più facile competere a questi ritmi continuando a studiare.”
Ecco, il college, per l’appunto. Come ti sembra rispetto alla tradizionale università italiana? “È molto diverso. A lezione le aule hanno molti meno studenti al loro interno: così è più facile interagire, fare domande. Inoltre anche il rapporto con i professori è più aperto e meno distaccato: spesso ci parlo dopo le lezioni. Una cosa che mi piace particolarmente è che sei testato più frequentemente rispetto all’Italia, spesso con quiz a crocette. Questa struttura facilita secondo me lo sviluppare una continuità nello studio.” Pensi che possa facilitarti anche l’ingresso nel mondo del lavoro? “Assolutamente sì, questo è uno dei principali motivi che mi ha spinto a venire qui. Se riesci ad avere una buona media, il college ti dà la possibilità di sostenere da subito dei colloqui. Una cosa che in Italia non si vede praticamente mai.”
Hai una vita molto impegnata. Resci comunque a gestire bene il tuo tempo libero? “Sì, sono favorito dal fatto che al college è tutto molto vicino. Dopo lezione studio un po’, mi alleno e poi dedico del tempo a me stesso. Magari vado in spiaggia, oppure mi rilasso al sole su una bella amaca in collina.” College Life in tutto questo come ha influito? Ti sei trovato bene con loro? “Molto sì, mi hanno aiutato a sbrigare le numerose pratiche burocratiche del caso, dimostrandosi fin dal primo momento disponibili e premurosi nei miei confronti. Li ringrazio per la grande opportunità, quello che fanno è veramente importante, apre e propone delle possibilità ai ragazzi come me che magari non verrebbero neanche in mente in un contesto di vita normale.” College Life Italia dà la possibilità di studiare e giocare a calcio nei college USA. Non perdere l’opportunità di mostrare il tuo talento ai coach statunitensi che valuteranno i partecipanti durante le selezioni. E con il codice SPRINT avrai uno sconto di 10€.